Regionalismo, autonomie e crisi italiana. Uno sguardo conclusivo
Il ciclo di articoli che ho pubblicato in più di un anno di stimolante collaborazione con Mente Politica e che, con quest’ultimo mio contributo, arriva alla sua naturale conclusione, è nato dalla volontà di condividere alcune riflessioni sulla critica situazione in cui si è “impantanato” il nostro Paese. Riflessioni che hanno avuto l’obiettivo, spero raggiunto, di cogliere queste criticità per trarne indicazioni utili a indirizzarci verso quei cambiamenti che potranno favorire la ripresa o, per meglio dire, la rigenerazione delle nostre energie più vitali.
Le tematiche affrontate, e spesso intrecciate l’una all’altra, hanno preso l’avvio da un’analisi dell’attuale realtà nazionale, con particolare attenzione alla politica, a come è cambiata nell’arco di questi ultimi cinquant’anni. La politica, sia per come è gestita, sia per come viene percepita dal “basso”, dalla società nel suo insieme, ha oggi bisogno di un eccezionale sforzo di riflessione, se vuole recuperare credibilità e fiducia.
Da questo quadro è emersa una tendenza alla resistenza verso il nuovo, alla difesa, talvolta ostentata, di rendite di posizione, di privilegi finanziari, burocratici, politici, di categoria, che combattono aspramente, punto per punto, ogni spinta al cambiamento. In altre parole, l’Italia si è arroccata in una stasi pericolosa, incapace di mettersi in discussione e di affrontare le sfide politiche, sociali ed economiche poste dal nuovo millennio. A questo già precario quadro, va ad aggiungersi la recente volontà di ricentralizzare la spesa pubblica, volontà indotta dalla crisi fiscale dello Stato nazionale e da alcune gravi esperienze di malgoverno, ma anche dall’insieme approssimativo e fuorviante di informazioni che sono state prodotte “intorno” alle Regioni, in particolare a quelle speciali. In contrapposizione a questa tendenza – antistorica e pericolosa – ho posto l’attenzione sui territori, intesi come risorsa preziosa e imprescindibile per attuare il cambiamento di rotta indispensabile a garantire una ripresa solida e duratura.
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